Biografia

CARLO CORSI
(1879 - 1966)
Nasce l'8 gennaio 1879 a Nizza e cresce in un ambiente di musicisti e
cantanti. Fin dai primi anni di vita si diletta nel "lavorare" con lapis,
matite, colori, forbici, carte e cartoni, di cui i familiari lo forniscono
volentieri.
A nove anni resta straordinariamente colpito dall'Esposizione
Emiliana ai Giardini Margherita di Bologna (dove oramai vive e che
rimarrà sua abituale residenza) e dalla relativa mostra di quadri a San
Michele in Bosco. I dipinti di Segantini e Favaretto lo stupirono ed ebbe
così la misura di quanto l'espressione pittorica lo attraesse.
Nel 1896, data la naturale predisposizione al disegno, la famiglia lo
iscrive alla facoltà di Ingegneria. In quello stesso anno la sorella Emilia
viene scritturata al Teatro Comunale per cantare nella "Carmen" e Corsi
ottiene il permesso di libero accesso al palcoscenico. Fu la rivelazione
dell'arte e come l'artista stesso annotò: "fuggii dalle bolgie universitarie
dei calcoli e delle formule algebriche ossessionanti per rifugiarmi in
Pinacoteca".
Si trasferisce a Torino nel 1902, dove compie interamente gli studi
accademici. Sono di quel periodo i contatti e l'amicizia con Alessandro
Scorzoni e col suo Maestro, Giacomo Grosso, che aiuta la maturazione
artistica di Corsi. Rientra a Bologna nel 1906, causa la morte del padre.
L'anno successivo si reca in Olanda, ove resta impressionato in modo
indelebile dai luoghi e dagli inconfondibili crepuscoli. Conosce i
Rembrandt, i Franz Hals, i Vermeer dei musei di Amsterdam, l'Aja,
Anversa, Bruxelles e li ama per tutta la vita. Ultima tappa di quel viaggio
è Parigi dove trascorre tutto il suo tempo dentro al Louvre.
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Negli anni dieci, colpito dal volo dell'ingegnere francese Louis
Blériot, Corsi scriverà "avevo anch'io il mio ideale aeroplano, e volevo che
si alzasse anche lui da terra. Non sapevo in quegli anni a chi affiancare le
mie esperienze pittoriche, e anche per questo subivo perplessità, dubbi,
scoramenti…".
Nel 1912 viene accettato alla Biennale di Venezia e nel 1913 espone a
Monaco. Nel 1915 espone a San Francisco, dove è rimasta una delle sue
opere acquistata dal Museo di Arte Moderna. Negli stessi anni espone
anche alle quattro mostre Internazionali della Secessione di Roma.
Torna a Venezia nel 1920, dopo la pausa dovuta alla Prima Guerra
Mondiale e di nuovo nel 1922. La consacrazione della sua qualifica di
pittore avviene nel 1924 con l'invito ufficiale alla Biennale, ma nel 1926,
col cambio dei regolamenti e dei criteri dell'istituzione veneziana, Corsi è
costretto a ricominciare dall'inizio tutta la lunga serie delle mostre
sindacali e regionali.
"E rimase così confinato, per tutto il ventennio, nel suo cantuccio
bolognese (…). Corsi, l'indipendente di Bologna, l'eterno ragazzo alle
prime, durevoli emozioni di fronte alla donna e alla natura (…). In
compenso lo dimenticarono, considerandolo un sensista borghese ben
dotato, come tanti, di qualità pittoriche e lo riscoprirono, quando la ruota
ricominciò a girare nel senso giusto, nel famoso Premio Bergamo del
1941…" (Raffaele De Grada). 1941, in maniera sorprendente e davvero
curiosa gli viene assegnato a Bergamo il premio per i giovani. Corsi ha
sessantadue anni!
Riceve nel 1943, l'invito alla Quadriennale a seguito della mostra
comprendente 24 opere alla Galleria di Roma. È ormai prossimo ad un
nuovo invito alla Biennale, ma la Seconda Guerra Mondiale lo blocca
nuovamente e, alla fine di questa, deve ricominciare ancora una volta, da
capo. Nel dopoguerra allestisce dieci personali in varie città tra cui
Venezia, Milano, Bologna e Torino; nel 1950 viene invitato a Venezia,
dove espone tre opere: una tempera e due collages.
Nel 1954 espone a Venezia cinque opere e viene successivamente
invitato al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, insieme ad altri cinque
artisti (Deyrolle, Karskaja, Coppel, Koenig e Wells), per una mostra di
"collages".
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Rientrato nella sua Bologna, Corsi dirà: "Ora dovrei raccogliere le fila
del mio lavoro, ma con Matisse, Picasso e Klee si apre, per chi ne sappia
intendere i messaggi, un nuovo mondo alla pittura. E la mia ostinazione
mi fa riprendere certe esperienze che mi hanno inquietato fin dai più
giovani anni: il fascino dei collages, la lirica del moto travolgente nello
spazio, cui dedico, insieme ad altre esperienze, questi miei anni di
lavoro".
Nel 1958 è presente a Venezia alla XXIX Esposizione Biennale
Internazionale d'Arte con una sala personale e presentazione di
Francesco Arcangeli.
1964: al Museo Civico di Bologna viene allestita una mostra
antologica con presentazione in catalogo di Francesco Arcangeli.
Muore il 27 agosto del 1966.

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